There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

lunedì 30 settembre 2013

Masters of Sex: l'America e il sesso sul finire degli anni Cinquanta



Ieri sera ha debuttato negli USA Masters of Sex, la nuova serie in onda sulla rete via cavo Showtime che in questi mesi farà sicuramente parlare di sé.
Tratta dal romanzo di Thomas Meier, Masters Of Sex: The Life & Times Of William Masters And Virginia Johnson, The Couple Who Taught America How To Love, la storia ha per protagonisti il ginecologo William Masters (Michael Sheen, Underworld, The Twilight Saga) e la ricercatrice Virginia Eshelman Johnson (Lizzy Caplan, Cloverfield, True Blood), i due veri pionieri della rivoluzione sessuale americana.
La storia, ambientata nel 1956 in un comunissimo Central Medical Building di St.Louis (Missouri) racconta come i protagonisti, nell’arco di undici anni di attività, abbiano analizzato oltre diecimila atti sessuali compiuti da 700 individui (382 donne e 312 uomini) affetti dal problema definito “umana inadeguatezza sessuale”.
I risultati dell’indagine, interamente documentati nel volume L’atto sessuale dell’uomo e della donna (1966), avevano come fine ultimo quello di porre rimedio ai numerosi divorzi registrati a causa del “disastro del letto coniugale”, ovvero all’incapacità della maggior parte delle coppie di raggiungere l’orgasmo.
Prima di loro, soltanto Alfred Charles Kinsey tra il 1948 e il 1953 nei suoi Rapporti statistici sulla sessualità umana, aveva indagato la sfera sessuale degli esseri umani attraverso le ormai celebri interviste, senza però invadere “fisicamente” la sfera privata come invece avevano avuto il coraggio di fare Masters e la Johnson.
Ieri come oggi, parlare di sesso non è mai stato facile, è un argomento che solitamente vive in bilico su un campo minato, con puritani e conservatori pronti a sparare a zero al minimo segnale d’allarme e a gridare alla censura.
Lo studio della risposta emotiva e fisica in seguito a stimoli sessuali fu utile negli anni Sessanta per rassicurare uomini e donne su alcuni dubbi amletici legati appunto alla vita matrimoniale.
Verifiche scientifiche all’epoca per nulla scontate o ovvie come oggi, come il fatto che la masturbazione non recasse danni fisici o psicologici, o che la misura del pene non influenzasse minimamente il raggiungimento dell’orgasmo da parte di una donna, trovò quindi finalmente una risposta.
Una serie audace e originale, caratterizzata da una ricostruzione storica estremamente curata e dettagliata e da dialoghi corposi e ben strutturati, che ha come unica pecca quella di non riuscire, almeno nel corso dei primi due episodi, a tenere il ritmo nell’arco dei 53 minuti che contraddistinguono ogni puntata.
In Masters of Sex, il sesso non è spiattellato sullo schermo come accade nella maggior parte delle serie in onda oggi, Californication o True Blood solo per citarne alcuni, non è un escamotage utilizzato soltanto per attrarre orde di curiosi: qui il sesso è raccontato e analizzato con cognizione di causa, in maniera scientifica e la nudità è un mezzo utile per spiegare e trovare risposte a interrogativi che cinquant’anni fa rappresentavano un vero e proprio tabù, ma che a pensarci bene, anche oggi vengono spesso messi da parte poiché troppo scomodi da trattare. 



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