There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

giovedì 31 luglio 2014

Cineforum estivo: "Smashed" con Aaron Paul



Toccare il fondo per poi ricominciare non è mai semplice. Qualunque sia la ferita, qualunque sia il vuoto da colmare, ripartire da zero non è facile
.
Il sapore della sconfitta e le cicatrici indelebili che inevitabilmente ci ricordano un passato che avremmo preferito dimenticare, sono il prezzo da pagare per ricominciare a vivere, senza guardarsi indietro. 
Uscire da una dipendenza, qualunque essa sia, alcol, droga, amore, è ancor meno facile, e non tutti riescono ad afferrare a volte quella seconda chance tanto agognata e sofferta.
C’è chi, rassegnato, si crogiola nelle proprie sconfitte, spesso dissociandosi inconsciamente dalla realtà, chi si lascia trascinare dai propri fallimenti senza trovare neanche il coraggio di reagire, vittima inesorabile della propria codardia.
Sul grande schermo sono molte le pellicole che, negli anni, hanno cercato di raccontare il lungo e faticoso percorso necessario per uscire da una dipendenza e molte lo hanno fatto cedendo al manierismo tipico del genere, esasperando l’aspetto drammatico della disintossicazione in un estenuante susseguirsi di lacrime e disperazione. 

Diverso il caso di Smashed, film indipendente scritto (a quattro mani con Susan Burke) e diretto da James Ponsoldt, presentato e premiato allo scorso Sundance Film Festival.
Protagonisti della pellicola, Kate (Mary Elizabeth Winstead) e Charlie (Aaron Paul), una giovane coppia apparentemente affiatata e felice, vittima però dell’alcolismo.
Kate, dopo anni trascorsi in preda all’oblio e all’annebbiamento dato dai fumi dell’alcol, dopo notti passate a dormire chissà dove e ricordi sbiaditi di giornate consumate con la bottiglia in mano, decide di afferrare la sua vita per le corna e provare a disintossicarsi nonostante l’ostilità di Charlie, inerme di fronte alla sua dipendenza e incapace di reagire.

Ciò che colpisce subito di Smashed, è lo volontà di Ponsoldt di ribaltare gli stilemi classici del genere e affrontare il percorso di Kate con estrema ironia, senza soffermarsi troppo sull’aspetto drammatico della situazione, ma andando invece a evidenziarne gli aspetti sarcastici.
Il regista ci racconta la storia dei due protagonisti senza retorica, ma in maniera onesta, vera, sincera, ed evita di nascondersi dietro quel moralismo che si scontrerebbe invece con i toni sagaci e pungenti della sceneggiatura.
Il finale stesso, elude dall’happy ending desiderato, e non lascia spazio a dubbi, regalandoci così, quell’amaro in bocca tipico dei film indipendenti di questi ultimi anni.
Kate è riuscita a rialzarsi, a riappropriarsi della propria vita, a ripartire da zero, ma senza Charlie, rimasto in un angolo a guardare, ostaggio e vittima stessa della sua debolezza. Non c’è redenzione per lui, né una seconda chance, è troppo tardi ormai.
Can we just play one more game? Because You're kicking my ass and it's embarrassing and l would like to have a chance to redeem myself. Please?

Perché così è la vita, scandita da occasioni perse, traguardi mancati, seconde possibilità.
Alcuni si rialzano dopo una sconfitta, altri no.
Qualcuno con fatica e costanza ce la fa, qualcun altro invece, lascia tristemente che il destino decida per lui.
Del resto: “It's hard to live your life honestly”. 


‘cause life goes on, no matter what'



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