There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

lunedì 1 ottobre 2012

Go On: la nuova dramedy della NBC con l'inimitabile Matthew Perry



Settembre ha portato una ventata di freschezza in casa NBC grazie a Go On, la nuova dramedy di Scott Silveri, sceneggiatore e produttore in passato di alcuni episodi di Friends, creatore e showrunner dello spin-off Joey nonché co-creatore di Perfect Couples.
Al centro della serie Ryan King, giornalista sportivo rimasto vedovo all’improvviso e costretto a frequentare un bizzarro gruppo di supporto per dimostrare di essere psicologicamente in grado di tornare al lavoro.
Nei panni di Ryan,
Matthew Perry, l’indimenticabile Chandler Bing in Friends, tornato finalmente sul piccolo schermo con un ruolo da protagonista dopo varie comparsate qua e là nel corso degli ultimi anni (la più recente in The Good Wife).
Ironico, spesso cinico e per nulla superficiale, Go On convince sin da pilot, nonostante la storyline principale non sia delle più originali.
Negli episodi successivi ciò che si evince subito è che il punto di forza dello show è senza dubbio l’innata verve comica del protagonista, capace di discostarsi pienamente dal personaggio che la reso famoso in tv, Chandler appunto, per dare piena vita a quello di Ryan King, presentatore radiofonico impertinente, testardo e un pizzico arrogante.
Il Go On del titolo si rifa alla sua volontà “di andare avanti” appunto, dopo il lutto che l’ha investito, senza autocommiserarsi o piangersi addosso più del dovuto.
Il variegato gruppetto di personaggi che Ryan incontra in “rehab” è composto da individui afflitti, chi più chi meno, da piccole o grandi tragedie quotidiane, che sia la difficoltà a relazionarsi agli altri, il superamento di un lutto o di un trauma psicologico così grave da condizionare una vita intera.
Traumi irrisolti, lasciati lì, in fondo al cuore a volte, a macinare infelicità, rabbia e rancore, proprio come accade a Ryan, incapace tutto sommato di affrontare la realtà. Perché come ci insegna Go On, l’ironia a volte non basta, anche se all’apparenza può sembrare la miglior arma, non è sufficiente da sola per ricominciare a vivere.
Perché volenti o nolenti, davanti a ogni difficoltà, abbiamo bisogno dell’aiuto delle persone a noi più vicine, o perché no, magari di uno sconosciuto incontrato un pomeriggio a un gruppo di supporto.
Anche se sulle prime ci sembra di potercela fare da soli, spesso non è così, spesso le lacrime servono, anche solo come valvola di sfogo, anche solo per buttar fuori il nostro dispiacere.
Non c’è retorica in Go On, nonostante possa apparire vagamente scontato o banale, ma c’è invece uno humour dal sapore amaro, talvolta così vero però, da farci venire gli occhi lucidi, senza neanche rendercene conto.   


3 commenti:

Cannibal Kid ha detto...

mi piaceva parecchio matthew ai tempi di friends.
in questa nuova serie però non lo reggo...

Stargirl ha detto...

Ma come??? Io lo trovo ADORABILE.

Misciu ha detto...

ottima sit-com, almeno per ora!