There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

martedì 25 ottobre 2011

Sirens: i paramedici di Channel 4


Sirens
è una serie atipica, disarmante, a tratti quasi raccapricciante se vogliamo.
Dimenticate tutto ciò che avete visto fino a oggi su medici e ospedali.
Mettete da parte lo stereotipo sul
medical drama che vi accompagna sin dai tempi di ER, e preparatevi a restare totalmente allibiti dal linguaggio sboccato, dalle situazioni estreme e dai dialoghi paradossali cui assisterete se decidere (a vostro rischio e pericolo) di iniziare questa serie, in onda dallo scorso 27 giugno, sul network britannico Channel 4 (lo stesso di Shameless UK).
Tratta dal romanzo di
Brian Kellet, Blood, Sweat & Tea,Sirens racconta le (dis)avventure di tre paramedici della provincia inglese, Stuart (Rhys Thomas), Ashley (Richard Madden, Robb Stark in Game of Thrones) e Rachid (Kayvan Novak), tre personaggi fuori dal comune e senza le rotelle al posto giusto. Il primo, il vero leader del gruppo, è un trentenne superficiale e nichilista, vittima di un’infanzia rovinata dal pessimo rapporto col padre e oggi con serie difficoltà ad approcciarsi al gentil sesso nella maniera più adeguata e opportuna. Il secondo, interpretato dall’affascinante Madden, è gay e felice (almeno all’apparenza) di esserlo, riservato e introverso, nonché ossessionato mattina e sera dal terzo membro del gruppo, Rachid, ragazzotto volgare e poco istruito, con una nocciolina al posto del cervello.
Le corsie d’ospedale sono per lo più assenti, e non aspettatevi casi clinici da approfondire o storie empatiche con pazienti e dottori: a farla da padrone in questa serie mediocre e dissacrante ma nonostante tutto originale e totalmente diversa dalle altre, sarà una moltitudine di battute a doppio senso, gag a sfondo sessuale e aspre critiche alla società inglese. La trama, pressoché priva di un filo conduttore portante che leghi tra di loro le sei puntate della prima stagione, affronta tematiche scottanti, come la morte, l’omosessualità e lo stress post-traumatico, nel classico stile dramedy che caratterizza la maggior parte degli show inglesi.
Humour nero, demenziale, ma nonostante tutto costruttivo.
Malgrado ciò, non è una serie che consiglierei però, perché anche se lo spirito c’è, a parer mio non è quello giusto

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Possibile che non conosco neanche uno dei programmi che recensisci =__='

Stargirl ha detto...

Beh dai, questo lo conoscono in pochi però, non è colpa tua! ;) eheh ^^

Anonimo ha detto...

Non la consiglierai... ma la tua recensione mi ha fatto venir voglia di buttarci l'occhio.
Chi lo sa, magari una sera di queste tra Medium 6 e C.S.I. 11...

Stargirl ha detto...

eheheheh.. tentar non nuoce ;)